Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa!
(Alex Zanardi)
Ci sono eventi che possono segnare la nostra vita in maniera definitiva, nel bene e nel male.
E’ vero che non abbiamo alcun controllo su molti eventi che accadono nella nostra vita, ma sta a noi affrontarli in un modo o in un altro. E’ una questione di scelte. E su queste sì, abbiamo il controllo.
Ogni giorno ci troviamo a fare delle scelte, consapevoli e non, che possono definire ciò a cui andremo incontro. Queste scelte orientano la nostra vita in una direzione piuttosto che in un’altra.
Vi sarà capitato nella vita di dire, a posteriori, se non avessi deciso di incontrare quella persona…, se non avessi scelto di andare in quel posto…, se non avessi cambiato lavoro…ecc.
Ogni scelta può comportare dei rischi di cui dobbiamo essere consapevoli, pensate alla vicenda di Alex Zanardi, ma ogni scelta comporta delle possibilità. Ecco perché ogni decisione, anche minima, è importante.
La vita è come un gioco dove ciascuna delle nostre mosse apre un ventaglio di possibilità da cui, a seconda della scelta, si apriranno altre possibilità. La vita è dunque la somma di tutto ciò che inevitabilmente succede lungo il nostro percorso e di tutto ciò che scegliamo di fare.
Insomma: la nostra vita è fatta di piccole scelte quotidiane.
LA VOLONTA’ DI CONTINUARE CON LA VITA
Davanti a un’immane tragedia come può essere l’amputazione degli arti inferiori, soprattutto per uno sportivo, quale potrebbe essere la mia reazione? Non posso saperlo perché bisogna trovarsi in certe situazioni, certo che quando la vita ci mette a dura prova, ognuno di noi reagisce a modo suo mettendo in campo le risorse che ha in quel momento. Ecco perché secondo me in questi momenti può aiutare sapere che qualcuno che l’ha fatta e può essere interessante capire che leve ha utilizzato per reagire ad una situazione così difficile, ed ecco perché ho deciso di parlarvi di Alex Zanardi.
Andare avanti nonostante tutto!
I suoi traguardi sono sotto gli occhi di tutti. L’ultimo proprio qualche giorno fa quando Alex ha stabilito il nuovo record mondiale come Iron-man paraolimpico.
All’arrivo ha detto “Ci sono dei regali che la vita continua a farmi e voglio vivere sino a 200 anni per godermeli tutti”. Capite che non è solo questione di vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto: qui si tratta di trasformare una mancanza in una ricchezza; di considerare non ciò che la vita ti ha tolto ma ciò che la vita, generosamente, ti dà: si tratta di vivere il presente, qualunque esso sia.
Non fraintendete: non sto dicendo che bisogna considerare una malattia, una perdita, un abbandono o una difficoltà un regalo, nella mia vita ho avuto momenti molto duri e ho un estremo rispetto per chi soffre sia fisicamente che emotivamente.
Credo che quello che Alex ha voluto trasmettere con le sue parole è che bisogna scegliere di vivere il proprio presente, accettarlo, considerarlo comunque un dono e proprio per questo ringraziare. E quale modo migliore di essere grati se non fare del proprio meglio?
Dietro al sacrificio, al sudore, agli allenamenti, al dolore c’è una scelta consapevole, ma non una scelta di rivalsa, di rivincita nei confronti di una vita crudele, bensì una scelta di continuare a fare del proprio meglio per onorare una vita generosa.
Questo è Mindset!
Per avere un mindset vincente non può bastare pensare sempre in positivo!
Vi è mai capitato di ripetervi “devo pensare positivo” in una situazione di dolore o di tristezza? Qual è stato il risultato? Ci si distrae un attimo, ci si dà una pacca sulla spalla da soli e ci si dice di guardare il lato migliore della medaglia, vero? Le emozioni di dolore e tristezza però permangono, rimangono lì in sottofondo, pronte ad emergere prepotentemente al primo cedimento.
Alex i suoi pensieri li ha letteralmente cambiati, ha cambiato convinzioni e paradigmi, ecco perché sono cambiate anche le emozioni associate ad essi.
Come dico spesso, le parole costruiscono la realtà: quello che diciamo ogni giorno a noi stessi e agli altri costruisce la realtà che viviamo.
Il dolore, la tristezza, la frustrazione fanno parte della vita, non possiamo immaginare un’esistenza che ne sia priva del tutto ma questi sentimenti non possono essere la nostra quotidianità. Chiediamoci cosa pensiamo tutti i giorni, che storia ci raccontiamo e, se quella storia ci fa soffrire, iniziamo a raccontarcene una diversa, facciamo una prova, per vedere che effetto fa.
È UNA QUESTIONE DI SCELTA
Spesso mi sento dire: non ho tempo per studiare, non trovo del tempo libero per allenarmi, mangiare in maniera salutare, curare le mie relazioni: anche queste sono storie che ci raccontiamo.
Gli esempi sono infiniti, ma il concetto resta invariato, cioè, nella vita siamo responsabili non tanto degli eventi che accadono, quanto piuttosto del modo in cui reagiamo e delle scelte che facciamo di conseguenza.
Le avversità esistono: un divorzio, un mancato progetto imprenditoriale, un licenziamento, etc., ma è il modo in cui interpretiamo questi eventi che ci può portare a trasformarle in un’occasione per iniziare qualcosa di nuovo di inatteso e magari anche di migliore.
La logica moderna purtroppo vede il fallimento e il dolore che ne deriva come qualcosa da evitare, quasi un tabù, e succede che piuttosto di sbagliare o di ammettere di essere infelici si rimane immobili, impietriti, incapaci di prendere decisioni, innescando, di fatto un circolo vizioso.
LA RESPONSABILITA’ DELLE PROPRIE SCELTE
Prendere una decisione implica accettarne le conseguenze, positive e negative. Ma questo fa parte del processo di crescita personale ed è indissolubilmente legato al raggiungimento dei nostri obiettivi.
Viviamo in una società che spesso rifiuta di prendersi delle grosse responsabilità, come se questo rendesse la nostra esistenza più leggera. I colpevoli sono sempre gli altri, il sistema, il mondo, etc.
Eccetto casi specifici in cui “un colpevole” può effettivamente essere identificato, nella maggior parte dei casi i responsabili delle conseguenze delle nostre azioni e dei nostri stati d’animo dovremmo essere e siamo noi.
E questo è un atteggiamento maturo: si prendono decisioni e se ne accettano le conseguenze.
Tutti vorremmo una vita che risponda alle nostre esigenze e ai nostri ideali, ma per poterci riuscire occorre fare delle scelte, giuste o sbagliate che siano. L’umiltà nel riconoscere che possiamo sbagliare, e sicuramente sbaglieremo, ci rende più consapevoli dei nostri limiti, della nostra umanità e dell’essere vivi.
Si sbaglia, s’impara e si prosegue.
DUNQUE COME POSSIAMO IMPARARE A FARE SCELTE MIGLIORI?
Innanzitutto, come si dice in questo articolo, impara da chi ha vissuto situazioni simili a quella che stai vivendo tu.
A questo proposito c’è uno studio interessante pubblicato su Science intitolato The Surprising Power of Neighborly Advice (SCIENCE VOL. 323 20 marzo) che racconta di due esperimenti che hanno messo in luce come le persone siano maggiormente in grado di prevedere le loro reazioni ad un evento quando sono a conoscenza di come ha reagito ad un evento simile una persona che conoscono o che fa parte del suo network.
Non lasciarti guidare dalla paura: Accetta anche di avere paura ma non lasciare che ti paralizzi. Lo stato in cui siamo condiziona inevitabilmente le nostre scelte. Se ci troviamo in momento della nostra vita in cui abbiamo bisogno di un sostegno per rientrare in uno stato di risorsa, chiediamo aiuto e solo dopo prendiamo le nostre decisioni, soprattutto se sono scelte importanti per la nostra vita.
Ascolta te stesso: Troppo spesso ci lasciamo influenzare da mille interferenze: le pressioni esterne, il timore di essere giudicati, la paura delle conseguenze, ecc. Entra in contatto con te stesso, ascolta il tuo cuore e il tuo istinto, il tuo io interiore è in grado di coniugare razionalità e buoni consigli con le tue spinte emozionali e valoriali.
Giovanni Porreca
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